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Come molti sapranno, in Italia dal 14 gennaio è vietata la vendita della plastica monouso e della plastica oxo-degradabile. Il decreto legge, entrato in vigore con 6 mesi di ritardo, era stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 30 novembre, recependo una direttiva europea del 2019, la cosiddetta SUP (Single Use Plastic).

Gli obiettivi di questa nuova legge vanno, naturalmente, nella direzione della salvaguardia ambientale, ovvero prevenire e ridurre l’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente, in particolare l’ambiente acquatico, e sulla salute umana. Nello stesso tempo, il provvedimento spinge verso un’economia circolare, ovvero un modello virtuoso di comportamenti e procedure da seguire. Si punta a produrre entro il 2026 “una riduzione quantificabile del consumo dei prodotti di plastica monouso”.

Cosa si intende esattamente per plastica monouso e plastica oxo-degradabile?

Un prodotto in plastica monouso è un prodotto realizzato interamente o parzialmente in plastica non concepito, progettato o immesso sul mercato per compiere, nel corso della sua durata di vita, più spostamenti o per essere riutilizzato per lo stesso scopo per il quale è stato concepito. Non sono ad esempio considerati prodotti in plastica monouso i contenitori per alimenti secchi, compresi quelli stagionati, o per alimenti venduti freddi che richiedono ulteriore preparazione, i contenitori contenenti alimenti in quantità superiori a una singola porzione oppure contenitori per alimenti monoporzione venduti in piu’ di una unità.

La plastica oxo-degradabile è una materia contenente degli additivi che, attraverso l’ossidazione, comportano la frammentazione della materia plastica in microframmenti o la decomposizione chimica.

Quindi, stop all’uso di posate, piatti, bicchieri, cannucce, tazze per bevande e di tutti quegli oggetti in plastica di uso comune anche nel confezionamento del cibo, i cui residui pesano sull’ambiente, a partire dalle zone di mare. Una ricerca di Legambiente ha fatto emergere che l’84% dei rifiuti trovati sulle nostre spiagge sono di plastica e stanno mettendo a rischio le circa 700 specie animali vittime dell’inquinamento da plastica, scambiata per cibo. 

Il divieto ammette invece materiali biodegradabili e compostabili certificati secondo lo standard europeo UNI EN 13432 o UNIEN1 4995, con materia prima rinnovabile per ora uguale o superiore al 40%, dal 1°gennaio 2024 superiore almeno al 60%. Per i trasgressori sono previste multe da 2.500 a 50.000 euro, mentre sono previste agevolazioni, con un credito d’imposta massimo di 3 milioni di euro l’anno per i primi 3 anni di entrata in vigore del decreto.

Si tratta di un provvedimento molto importante che aspettavamo da molto tempo e che noi di Acqua Maya abbiamo sempre sostenuto con forza, attraverso la nostra mission aziendale. L’installazione di un sistema di filtraggio dell’acqua, infatti, non solo permette di avere sempre a propria disposizione acqua pura e fresca e di risparmiare sull’acquisto della materia prima, ma anche di eliminare l’utilizzo delle bottiglie.

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